MILANO. Prosegue l'indagine di ARTSTART sul sistema dell'arte italiano tramite il dialogo con stimati operatori del settore che con la loro storia professionale, la competenza che li contraddistingue e l'esperienza accumulata nel corso del tempo si rivelano importanti strumenti per comprendere aspetti e dinamiche di un mondo non sempre sufficientemente conosciuto.
Affrontiamo oggi il tema della tutela, protezione e valorizzazione dei beni artistici attraverso una conversazione tra Vittorio Schieroni e Alessandro Guerrini, Amministratore Delegato di Art Defender, società che offre servizi integrati per l'art collection management con strutture a Torino, Milano, Bologna, Firenze e Roma avvalendosi di un team di professionisti e un network di partner d'eccellenza.
Nella foto: Alessandro Guerrini
Intervista di Vittorio Schieroni
Direttore ARTSTART
Vittorio Schieroni: Come è iniziato e si è sviluppato il suo percorso professionale nel mondo dell'arte?
Alessandro Guerrini: Il mio percorso professionale nasce dalla passione per l'arte, maturata e coltivata - in primis - in ambito familiare. Tale passione ha orientato naturalmente i miei studi e ogni scelta successiva: mi sono laureato in Economia e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali all'Università Ca' Foscari di Venezia - allora primo ateneo italiano ad offrire una formazione di questo tipo - e ho conseguito poi un Master in Marketing per le Imprese di Arte e Cultura presso l'Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il primo lavoro è stato in ambito museale, alla Peggy Guggenheim Collection di Venezia, un'esperienza entusiasmante in un ambiente internazionale di grande stimolo. I miei interessi erano stati sempre orientati, tuttavia, verso il mercato e il collezionismo, così - nel 2004 - mi sono trasferito a Milano per lavorare in due società di consulenza, una delle quali - con un approccio, ai tempi, del tutto pionieristico - era specializzata in analisi statistiche relative al mercato dell'arte e nella costruzione di indici di mercato. È in quest'ambito che è nato il mio interesse per il rapporto (allora controverso!) fra arte e finanza che, in quegli anni, timidamente, incominciava a farsi spazio attraverso le prime rubriche sui giornali e i quotidiani di carattere economico e finanziario. Fra i primi in Italia, ho incominciato a scrivere di questi temi attraverso collaborazioni stabili con alcuni editori, fra cui il Gruppo Class. Nel 2007 sono entrato in Open Care dove - dopo ruoli di crescente responsabilità - sono diventato Amministratore Delegato, ruolo che ho lasciato nel 2018 per entrare, con le medesime responsabilità, nel Gruppo Arterìa - Art Defender dove coordino l'attività di Art Defender e della società controllata Art Defender Insurance, due realtà estremamente dinamiche, in continuo sviluppo.
Com'è articolata l'offerta di Art Defender per i propri clienti e quali sono i principali servizi da voi offerti?
Art Defender nasce nel 2008 da un'intuizione del suo fondatore e attuale presidente Alvise di Canossa, che - dopo l'esperienza di successo di Arterìa, nata circa dieci anni prima - ha dato vita alla prima ed unica rete di centri di eccellenza per la conservazione di opere d'arte e beni da collezione. Si tratta di caveau e depositi di massima sicurezza studiati e strutturati per garantire i più alti standard per la conservazione di opere d'arte ma anche di altri pleasure asset, come ad esempio le auto d'epoca e le supercar, i vini da collezione o i fondi fotografici. In questi centri, oggi presenti nelle cinque maggiori città italiane - Torino, Milano, Bologna, Firenze e Roma - sono stati successivamente sviluppati altri servizi con l'obiettivo di rispondere a ogni esigenza dei nostri clienti legata alla gestione dei loro patrimoni. È nata così una vera e propria piattaforma di servizi per l'art collection management che spaziano dalla consulenza, all'assicurazione fino alla logistica. In ambito consulenziale - attraverso competenze in-house e un network di esperti esterni - offriamo servizi di inventariazione, di valutazione, di due diligence e di assistenza alla compravendita: una particolare esperienza che connota in modo specifico la nostra realtà è rappresentata dalla valutazione delle corporate collection, con particolare riferimento a quelle di natura bancaria. Il comparto assicurativo è presidiato invece attraverso la controllata Art Defender Insurance, una agenzia plurimandataria che offre consulenza e prodotti assicurativi destinati alla copertura dei rischi "fine art" e, più in generale, "collectible". Tale attività è nata nel 2016 e oggi ci vede fra i principali player del settore in Italia. L'attività nel settore della logistica è svolta, infine, attraverso la consociata Arterìa che cura ogni fase - operativa e documentale - della movimentazione di opere e collezioni d'arte, sia a livello nazionale che internazionale.
Quali sono le diverse tipologie di clienti che si rivolgono ad Art Defender?
Art Defender si rivolge a target eterogenei. Gli interlocutori principali dell'Azienda sono senz'altro i collezionisti, oltre a tutti quei soggetti privati che, pur non essendo collezionisti veri e propri, sono - per ragioni diverse (in primo luogo di natura ereditaria!) - "detentori" di opere o collezioni d'arte. I collezionisti si rivolgono ad Art Defender perché hanno esigenze, spesso complesse, connesse alla gestione dei loro beni: acquisti, vendite, prestiti, esportazioni, etc… per cui hanno necessità di essere assistiti da un operatore professionale. Altri interlocutori fondamentali, come già accennato, sono le corporate collection che devono essere periodicamente valutate a fini bilancistici o assicurativi o nell'ambito di operazioni straordinarie (come fusioni o cessioni di rami d'azienda). Negli ultimi anni sono diventati sempre più significativi anche i rapporti con musei, fondazioni e istituzioni che hanno manifestato esigenze crescenti legate alla gestione dei propri depositi. In costante crescita sono infine i rapporti con i player del private banking e del wealth management, sempre più orientati verso l'offerta ai propri clienti di servizi extra-finanziari, con particolare riferimento a quelli relativi ai cosiddetti pleasure asset.
Come si sono modificate nel corso del tempo le esigenze dei vostri clienti?
I cambiamenti più significativi che rilevo sono legati alle modalità di gestione delle collezioni da parte dei collezionisti privati e delle aziende. I collezionisti sono sempre più dinamici e informati e si avvalgono di tutte le opportunità offerte dalla tecnologia e dal web: utilizzano tools digitali per l'archiviazione delle proprie opere e dei relativi apparati documentali, sfruttano le vetrine on-line e i social network per comprare, vendere e promuovere le proprie collezioni e utilizzano i servizi web-based per gestire al meglio alcuni servizi, come ad esempio quelli di logistica. Per quanto riguarda le aziende, invece, rilevo come sempre più realtà detentrici di patrimoni significativi decidano di sviluppare progettualità - anche di ampio respiro - volte alla valorizzazione artistica e alla condivisione pubblica di tali patrimoni. Quest'ultimo aspetto ha due conseguenze dirette: per la collettività, un aumento dell'offerta culturale e l'accesso a collezioni che per troppo tempo sono state relegate a una fruizione assai ristretta; per i provider di servizi per l'arte, le prospettive di sviluppo connesse alla transizione delle corporate collection da entità statiche e cristallizzate a realtà dinamiche in continua evoluzione.
Per concludere, uno sguardo al futuro: quali criticità e, per contro, quali opportunità può intravedere per quanto riguarda gli anni a venire?
Sono ottimista sulla tenuta e sull'evoluzione del mercato dell'arte e dei servizi ad esso connessi. Il 2022 è stato un anno eccezionalmente positivo per la maggior parte degli operatori. Il mercato ha raggiunto livelli superiori a quelli pre-pandemia e il settore dei servizi ne ha naturalmente beneficiato. La crescente trasparenza del mercato ha favorito e continuerà a favorire l'avvicinamento di nuovi segmenti di pubblico. Le criticità, invece, sono limitate - a mio modo di vedere - all'instabilità del quadro geopolitico internazionale e ai fenomeni speculativi che periodicamente si affacciano sul mercato. Il boom degli NFT e il loro successivo ridimensionamento registrato nel corso dell'anno che si è appena concluso ne sono un esempio emblematico.
L'intervista ad Alessandro Guerrini è stata rilasciata a Vittorio Schieroni nel mese di gennaio 2023.
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